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Restauro Opere D'arte

All’inizio degli anni ’80 i primi importanti investimenti per essere competitivi nel campo del Restauro di immobili sottoposti a vincolo dei Beni Culturali.

Restauro Opere D'arte

L’evoluzione del concetto di restauro conservativo, applicato agli edifici e agli apparati decorativi, nell’ultimo ventennio ha effettuato passi da gigante. Il “concetto” di recupero nel significato più contemporaneo della parola stessa è sempre più in simbiosi con l’operatore che si occupa di recupero architettonico. La tutela infatti, passa attraverso la comprensione e la conoscenza dei supporti, delle caratteristiche meccaniche, fisiche e chimiche, della collocazione storica, delle interazioni con l’ambiente esterno (aspetti microclimatici) e dei fattori antropici (necessità di fruizione). Gli interventi che si effettuano dopo un’ attenta valutazione e progettazione svolta con la collaborazione di professionalità come storici dell’ arte, restauratori e diagnosti, passano attraverso la scelta di materiali e tecniche, valutate per la risoluzione di molteplici e complessi problemi di conservazione. Le metodologie scelte sono affidate all’esperienza del tecnico restauratore, coadiuvato dalla direzione tecnico-scientifica della sovrintendenza, che valuta la necessità di utilizzare pazienti tecniche manuali, quali, pulitura a bisturi ad esempio, utile per il descialbo dei dipinti murali occultati (Palazzo de Maio, Duomo di Teramo ecc...) o per la rimozione dei depositi coerenti sui materiali lapidei, o la scelta di utilizzare la tecnica della pulitura chimica con impacchi di seppiolite e polpa di cellulosa addizionate a sali di ammonio o tetrasodici, soluzioni capaci di rimuovere croste nere o strati di sporco grasso, depositati su monumenti lapidei o complessi decorativi plastici (Tomba di Dante, Quadrarco di Braccioforte, Tempietto dei Canonici ecc...). Non è raro in casi di particolare difficoltà ricorrere all’utilizzo di speciali attrezzature che coadiuvano il restauratore, nella rimozione di scialbi particolarmente tenaci o di formazioni calcaree dure (spesso presenti in reperti archeologici e lapidei a contatto con percolazioni idriche es. Area Bellocchio, anfore Giulianova, ecc...) con l’utilizzo di microsabbiatrici di precisione caricate con particolari inerti a granulometria sottilissima, metodologie studiate per conservare l’integrità storica del manufatto; infatti la finalità di ogni restauro è quella di conservare o riportare un oggetto, un ambiente, alle caratteristiche originali senza introdurre nessun tipo di modifica, miglioramento o abbellimento non presente all’ origine, anzi, il restauro conservativo può essere intrapreso e progettato con finalità preventive usate per allontanare o ridurre i rischi di danni e deterioramenti.

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